mercoledì 28 agosto 2013

Lavori pubblici agli immigrati, giusto o sbagliato?



In genere mi limito alle solite discussioni da bar ma stavolta cercherò di fare un'analisi più approfondita. Per prima cosa vi indicherò qui di seguito le leggi a cui facciamo riferimento con ovviamente le fonti.
Le scritte in blu sono gli aggiornamenti che abbiamo attuato per adeguarci alle leggi europee, quelle in nero sono le nostre leggi "vecchie".


1. http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/01165dl.htm


2. http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/
3. http://www.interno.gov.it/mininterno/site/it/



Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165

Articolo 38
Accesso dei cittadini degli Stati membri della Unione europea(Art. 37 d.lgs n.29 del 1993, come modificato dall'art. 24 del d.lgs n. 80 del 1998)
1. I cittadini degli Stati membri dell'Unione europea e i loro familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente possono accedere ai posti di lavoro presso te amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale.
2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni ed integrazioni, sono individuati i posti e le funzioni per i quali non puo' prescindersi dal possesso della cittadinanza italiana, nonche' i requisiti indispensabili all'accesso dei cittadini di cui al comma 1.
3. Nei casi in cui non sia intervenuta una disciplina di livello comunitario, all'equiparazione dei titoli di studio e professionali si provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta dei Ministri competenti. Con eguale procedura si stabilisce l'equivalenza tra i titoli accademici e di servizio rilevanti ai fini dell'ammissione al concorso e della nomina.
3-bis. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 si applicano ai cittadini di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria


Decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251

Articolo 25
Accesso all'occupazione
1. I titolari dello status di rifugiato e dello status di protezione sussidiaria hanno diritto di godere del medesimo trattamento previsto per il cittadino italiano in materia di lavoro subordinato, lavoro autonomo, per l'iscrizione agli albi professionali, per la formazione professionale e per il tirocinio sul luogo di lavoro.
2. E' consentito al titolare dello status di rifugiato e dello status di protezione sussidiaria l'accesso al pubblico impiego, con le modalità e le limitazioni previste per i cittadini dell'Unione europea.

Risultato?
I "non italiani" è da parecchio che hanno la possibilità di lavorare nel settore pubblico, la Kyenge vuole solo estendere un po' di più questo diritto. E' inutile gridare "il lavoro agli italiani" quando andando in un qualsiasi ufficio vedi 3 sportelli chiusi perchè sono tutti in pausa caffè mentre il 4 è pieno murato di gente, preferirei mille volte quattro extracomunitari che fanno il loro lavoro piuttosto che un italiano che sta lì in panciolle mentre consuma i nostri soldi. Gli extracomunitari ci fanno comodo finche li assumiamo per due soldi per fare i lavori che più snobbiamo, finche pagano le tasse, ma se stanno qui da anni guai a dargli un credito in più. Qua non sto affermando di anteporli agli italiani ma semplicemente di far lavorare gente che sa fare quel lavoro, indipendentemente dalla nazionalità, anche perchè una volta che diamo un permesso di soggiorno a una persona o le permettiamo di lavorare (privato o pubblico che sia) o non glielo permettiamo in toto. Sono d'accordo invece nell'escludere l'amministrazione delle cariche pubbliche di tutto ciò, la cittadinanza dovrebbe essere condizione necessaria per certi settori.

giovedì 14 febbraio 2013

Kopi Luwak

Anche se a quanto pare è una cosa abbastanza famosa io ne sono venuto a conoscenza solo ultimamente: il Kopi Luwak (caffè del zibetto delle palme) non è un semplice caffè.
Cominciamo col dire che lo zibetto delle palme è un mammifero che tra le altre cose è un gran goloso di bacche della pianta del caffè. 



Lui se ne sta tranquillo lì ad aspettare e quando sono belle mature si fa una bella scorpacciata. Però si sa che un cibo quando entra da qualche parte poi deve uscire e i produttori non aspettano altro raccogliendo con gioia i semi digeriti ed espletati per tostarli, lavorarli e metterli in commercio, vengono prodotti circa 350 kg di Kopi Luwak l'anno.

Ma tradotto in soldoni quanto devo pagare per del caccaffè? Le fonti che ho trovato in giro dicevano fino a 5000 dollari al kg ma i venditori in Italia ho visto che per ora vendono dei pacchetti di 250 g a 163 euro (circa 650 euro al kg), probabilmente non essendoci una grande richiesta hanno dovuto ridimensionare i costi.

Sta di fatto che se mi capita lo assaggerò perchè a quanto pare è un caffè con un intensità aromatica e una cremosità unica. Basta che l'aroma non ricordi la provenienza...